Piano di emergenza in azienda: quando è obbligatorio redigerlo e quali sono i contenuti?
- TQSA
- 6 giorni fa
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Indice
Introduzione
Che cos'è il piano di emergenza
Chi ha l'obbligo di redigere il piano di emergenza
Cosa contiene un piano di emergenza
Le 4 fasi delle procedure di emergenza
Esempi di misure previste in un piano
Prova di evacuazione e gestione degli errori
Piano di emergenza: normativa di riferimento
Conclusioni
Introduzione
Il piano di emergenza è uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ogni azienda, in base alle caratteristiche della propria attività, deve adottare un piano chiaro e aggiornato che consenta una gestione rapida ed efficace delle situazioni critiche. In questo articolo ti spieghiamo cos'è, chi lo deve redigere, cosa deve contenere e quali sono le fasi operative previste.
Che cos'è il piano di emergenza
Il piano di emergenza ed evacuazione è un documento tecnico che definisce le procedure da seguire in caso di eventi straordinari come incendi, terremoti, fughe di gas o altre situazioni potenzialmente pericolose per le persone, i beni aziendali e l'ambiente. Esso è un documento che emerge tra le pratiche relative alla sicurezza e il suo scopo è garantire una risposta tempestiva all’emergenza, riducendo i danni e salvaguardando la salute e la sicurezza dei lavoratori e consentire una evacuazione del personale interno ed esterno all’interno degli spazi interessati dall’evento dannoso in corso.
Chi ha l'obbligo di redigere il piano di emergenza
Secondo l'art. 46 del D.Lgs. 81/08 e l'articolo 2 comma 2 del DM 2 settembre 2021 si rende obbligatorio alla predisposizione del Piano delle Emergenze per luoghi di lavoro/aziende:
Dove sono occupati almeno dieci (10) lavoratori;
aperti al pubblico caratterizzati dalla presenza contemporanea di più di 50 persone, indipendentemente dal numero dei lavoratori;
soggette a controllo dei Vigili del Fuoco (Certificato Prevenzione Incendi – C.P.I.);
Tuttavia, anche le aziende più piccole sono tenute a predisporre misure di emergenza proporzionate al rischio.
Cosa contiene un piano di emergenza?
Un piano di emergenza ben fatto deve includere almeno:
Analisi dei rischi e delle possibili situazioni di emergenza;
Identificazione dei pericoli e delle aree critiche;
Modalità di rilevazione e diffusione dell’allarme antincendio;
Procedure operative da seguire in caso di emergenza ed evacuazione;
Ruoli e responsabilità del personale addetto alla gestione delle emergenze;
Ubicazione dei presidi antincendio e primo soccorso;
Vie di fuga e punti di raccolta;
Contatti di emergenza (Vigili del Fuoco, pronto soccorso, ecc.) e relativa procedura di chiamata.
Le 4 fasi delle procedure di un piano di emergenza
Le azioni previste da un piano di emergenza seguono generalmente quattro fasi:
Prevenzione: ridurre le probabilità che si verifichi un'emergenza (manutenzione macchinari ed impianti, ecc.).
Preparazione: pianificare e addestrare il personale alle procedure previste.
Risposta: mettere in atto le misure previste in modo tempestivo ed efficace.
Recupero: ripristinare la normale attività e analizzare l'evento per migliorare il piano.

Esempi di misure previste in un piano
Tipo di emergenza | Misura prevista |
Incendio | Evacuazione ordinata e uso estintori |
Terremoto | Raggiungimento di aree sicure interne |
Fuga di gas | Chiusura delle valvole, evacuazione immediata |
Malore | Attivazione del primo soccorso aziendale |
Prova di evacuazione e gestione degli errori
Una componente essenziale del piano di emergenza è la prova di evacuazione, obbligatoria almeno una volta all’anno per le aziende soggette alla redazione del piano emergenza nei casi sopra enunciati. Questa simulazione consente all’azienda di testare l’efficacia delle procedure e valutare il comportamento del proprio personale in situazioni critiche al fine di trovarsi preparati proprio di occasioni di eventi eccezionali di emergenza.
Più specificatamente si effettua una simulazione andando a verificare:
La rapidità di evacuazione;
Il corretto funzionamento degli allarmi;
L’utilizzo corretto delle vie di fuga;
Il raggiungimento del punto di raccolta;
La capacità degli addetti di gestire l’emergenza.
Errori comuni da evitare:
Vie di fuga bloccate o occupate da materiale/attrezzature erroneamente stoccate;
Presidi antincendio non segnalati o inaccessibili;
Personale non informato o non formato;
Assenza di un registro presenze al punto di raccolta;
Confusione sui ruoli da assumere in emergenza.
Un piano efficace va sempre aggiornato in base all’esito della prova e deve coinvolgere tutti i lavoratori per garantire consapevolezza e prontezza operativa.
Piano di emergenza: normativa di riferimento
Oltre al D.Lgs. 81/08, i principali riferimenti normativi sono:
DM 10 marzo 1998: criteri generali di sicurezza antincendio;
Norma UNI EN ISO 45001:2018: sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro;
Eventuali regolamenti regionali o locali specifici.
Conclusioni
Il piano di emergenza è uno strumento indispensabile per tutelare le aziende trovandosi pronte a gestire ogni emergenza proteggendo lavoratori e strutture aziendali. Non solo è un obbligo di legge, ma è anche un investimento nella prevenzione e nella continuità operativa.
Se vuoi verificare la conformità del tuo piano o predisporne uno nuovo, contattaci per una consulenza personalizzata.
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