top of page

Search Results

114 risultati trovati con una ricerca vuota

  • [Case Study] Filosofia ed etica portano al successo?

    Di cosa parliamo oggi? Oggi vorrei parlarti di etica e filosofia, si hai capito bene, ma non quella materia noiosa che si apprende dai libri seduti dietro ad un banco scolastico, oggi parliamo di filosofia ed etica in azienda. Io non so se esistano manuali aziendali che trattino tali argomenti, probabilmente si, anzi sicuramente ma oggi sicuramente non sarò io a citarli. Oggi voglio parlarti di FAP ITALIA, azienda che nasce a Trezzo sull’Adda in provincia di Milano nel 1986 e si occupa della realizzazione di cinture dal fascino senza tempo realizzate a mano in Italia con materie prime di alta qualità. Da oltre 35 anni quest’azienda porta in alto in simbolo dell’artigianalità italiana nel mondo, realizzando cinture di pregiata fattura per marchi di lusso, che hanno saputo cogliere la loro etica e filosofia, arrivando oggi a produrre 3.500 pezzi al giorno destinati al mercato globale. Ora mettiamo da parte il prodotto cintura, che per quanto sia importante come risultato finale di diversi anni di esperienza, a noi oggi importa poco. Ciò che realmente ci interessa è la filosofia del proprietario che proprio sul loro sito riporta testuali parole: ” Vogliamo creare un ambiente lavorativo stimolante per i nostri artigiani perché sono le loro mani a dar vita alla nostra visione: curiamo la loro formazione internamente e monitoriamo continuamente il lavoro svolto per assicurare i più alti standard qualitativi nella produzione e la sicurezza dei nostri dipendenti. Investiamo in innovazione che migliora di pari passo la qualità sia del lavoro che della vita dei lavoratori: grazie alla tecnologia 4.0 tutti i processi vengono facilitati favorendo la standardizzazione della produzione e i nostri artigiani possono così concentrarsi su tutti quegli aspetti che rendono unica ogni singola cintura e minimizziamo i rischi di infortunio sul lavoro”. E tu ora ti chiederai, si tutto bello, ma che c’entra con l’etica? Ezra Pound, poeta e saggista di origine statunitense affermava che è impossibile fare una buona economia con una cattiva etica, questa citazione per farti comprendere che FAP ITALIA come si può bene notare nelle parole che riporta il loro sito, si impegna quotidianamente nel costruire un modello di business basato sul rapporto umano al fine di perseguire tutti insieme un obbiettivo prefissato, dando enorme importanza alla qualità della vita dei lavoratori, sia in materia di formazione che di sicurezza. Conoscendo bene questa realtà, posso affermare che questo modello a mio modestissimo parere funziona, l’azienda in 35 anni ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefissata andando ben oltre le aspettative, tutto questo grazie alla loro etica del pensare italiano, fare artigianale, eseguire in sicurezza. Noi come TQSA e io come Rossano Belloni siamo molto orgogliosi di avere preso attivamente parte a questo progetto, andando a studiare approfonditamente tutti i processi produttivi all’interno dell’azienda, andando a coglierne le caratteristiche dovute alle lavorazioni del pellame, realizzando un piano personalizzato per quanto concerne la sicurezza, la qualità e l’ambiente. La nostra collaborazione è iniziata con un tentativo di miglioramento della sicurezza andando ad elaborare un Documento Valutazione Rischi (DVR) all’altezza di un’azienda di calibro internazionale, eseguendo analisi specifiche come, ad esempio, fonometrie per valutare l’opportuno livello di rumore all’interno del sito produttivo al fine di non rovinare gli apparati acustici dei lavoratori. In secondo ordine abbiamo controllato tutti i documenti relativi ai dipendenti come la formazione personale e visite mediche, andando ad erogare corsi e visite ove previsto. Un’altra importante operazione che abbiamo eseguito per FAP ITALIA è stata la redazione dei documenti relativi alle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, in quanto alcune lavorazioni delle pelli utili per arrivare alle cinture finite richiedono l’ausilio di macchinari al laser che producono fumi, gli stessi appunto richiedono alcune autorizzazioni al quale abbiamo fatto fronte. FAP ITALIA è un’azienda che, come ho già sottolineato, mette qualità e sicurezza al primo posto e come tale cerca sempre di migliorarle per fornire ai propri clienti un prodotto di qualità sempre più elevata, nel design, nei materiali e nell’indossabilità. Ed è proprio per questo motivo che la nostra collaborazione non è mai cessata, infatti ad oggi stiamo eseguendo un novo progetto per quanto concerne l’assistenza dei vigili del fuoco in caso di incendio, ma sono sicuro che non sarà l’ultimo.

  • L’importanza della formazione aziendale

    Di cosa parliamo oggi? Oggi non voglio parlarti di novità, colgo l’occasione per rispolverare un argomento noto nel mondo della sicurezza sul lavoro, chiunque legga questo articolo e ha messo piede in un’azienda almeno una volta nella sua vita sicuramente sa a ciò di cui mi riferisco. So che non è facile arrivare subito alla soluzione, ti do un altro indizio, tutti lo considerano un momento molto noioso, ma per chi come me lavora nell’ambito della sicurezza sul lavoro lo ritiene un passaggio molto importante per tutte le figure professionali. Va beh, so che dopo quest’ultima imbeccata avrai sicuramente intuito l’argomento odierno, ma se così non fosse oggi parliamo di formazione aziendale obbligatoria come da D.lgs. 81/08. La normativa per la sicurezza nei luoghi di lavoro, regolamentata dall’ art.37 del D.lgs. 81/08 e successivi accordi Stato-Regioni, prevede l’obbligo, a carico del datore di lavoro, di fornire a tutti i lavoratori l’adeguata formazione in materia di sicurezza e di salute nel posto di lavoro, e non ti dimenticare che tale formazione deve essere impartita entro 60 giorni in occasione dall’assunzione. La normativa prevede un’articolata attività di formazione ed aggiornamento per i lavoratori di tutti i settori. In particolare, la essa prevede che: in fase di nuova assunzione, del cambio di mansioni o in occasione, il lavoratore deve essere avviato ai rispettivi corsi di formazione. È molto l’importante è che non venga dimenticata o volontariamente evitata. Ciò che devi assolutamente sapere è che ogni lavoratore deve essere sottoposto ad una formazione generale di 4 ore (per qualsiasi tipo di azienda) alla quale si aggiunge una formazione specifica di durata variabile (da 4 a 12 ore), definita dal settore economico di appartenenza dell’azienda (codice ATECO) e dalla classe di rischio individuato dalla stessa o dalle attività presenti sul proprio ed obbligatorio Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.). La formazione erogata da qualsiasi azienda o ente ha validità di cinque anni dalla data di esecuzione. Decorso tale periodo di tempo, sarà necessario provvedere ad aggiornare la formazione con la frequenza di un corso di 6 ore atto a rinfrescare le procedure e implementarne di nuove se previsto. È importante sapere che la formazione, prevista nell’Accordo Stato-Regioni quale art.37, è solo una parte degli obblighi previsti, infatti, la normativa prevede che il datore di lavoro debba obbligatoriamente nominare specifiche figure aziendali quali ad esempio: RLS; Addetto antincendio; Addetto primo soccorso; Preposto; Carrellista; Ecc. Tali figure, necessitano di un’integrazione di formazione rispetto alla precedente, utile per la convalida della nomina. L’accordo Stato-Regioni oltre a definire i parametri, in termini di durata dei corsi e contenuti degli stessi, ha ben definito anche le caratteristiche necessarie per la validità dell’attestato, a tal proposito TQSA è riconosciuta come CFA (Centro di Formazione AIFOS) che garantisce al cliente qualità, professionalità e validità su tutto il territorio nazionale dei corsi emessi. L’ultimo argomento da trattare aimè sono le sanzioni, in fase di verifica gli enti sono soliti eseguire controlli sulla formazione perché per tale argomento non ci sono alibi, o si è eseguita oppure no. Per questo motivo ci tengo a farti sapere che in caso di riscontrate irregolarità da parte degli organi ispettivi per la mancata formazione di un lavoratore, a carico del datore di lavoro sono previste pesanti sanzioni penali o l’ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro. La formazione di tutti i lavoratori è fondamentale in termini di prevenzione, noi tutti se formati reagiamo in modo più consapevole alle vicissitudini che a volte si sa, possono capitare, senza considerare il valore aggiunto che danno alla nostra figura professionale.

  • Aggiornamento sul rischio da esposizione Sars-Cov-2

    Visto e considerato l’aumento dei contagi da Corona Virus, l’intensificarsi delle restrizioni in varie regioni e l’avvento di nuove varianti, ci sentiamo in dovere di tenervi aggiornati circa le attività da compiere in merito alla prevenzione e le azioni da svolgere in caso vi dovessero essere casi di positività. È corretto che tutti sappiano come muoversi per evitare la diffusione del contagio. Sia all’interno che all’esterno delle aziende è divenuto ormai fondamentale sapere come bisogna orientarsi dopo che si è stati a contatto con un positivo o addirittura noi stessi siamo i protagonisti di un amaro tampone positivo. In quest’ultimo periodo al telegiornale così come sui quotidiani ci hanno reso noto alcune mutazioni che il tanto agognato virus ha subito, esse hanno preso il nome dei luoghi, le quali si sono diffuse maggiormente. Le più diffuse in Italia sono: La variante “inglese” (VOC 202012/01): Quasi 1 contagio su 5 (il 17.8%) di quelli registrati in Italia all’inizio di febbraio è da ricondurre alla variante «inglese» del coronavirus. Questo è il risultato dell’indagine di prevalenza condotta dall’Istituto Superiore di Sanità per dare una misura della presenza della più recente «versione» di Sars-CoV-2 nel nostro Paese. La variante VOC 202012/01, lineage B.1.1.7, è definita per la presenza di numerose mutazioni nella proteina Spike del virus e da mutazioni in altre regioni del genoma virale. Questa versione è stata identificata per la prima volta nelle regioni sud-orientali del Regno Unito a dicembre, in concomitanza con un rapido aumento nel numero di nuovi casi confermati di infezione da Sars-CoV-2, è da lì si è diffusa a macchia d’olio in tutta Europa. La variante “sudafricana” (501Y.V2): Si chiama 501.V2 e fra le diverse variazioni rispetto al genoma del lignaggio di riferimento include come detto la famigerata mutazione N501Y che riguarda la proteina spike del coronavirus, quella che il patogeno utilizza per legarsi alle nostre cellule e aggredirle. Rispetto alla variante individuata in Inghilterra, però, si differenzia in diversi aspetti genetici, fra cui la mutazione E484K. Sarebbe appunto la variante responsabile della seconda ondata nel paese, individuata fino al 90% dei campioni delle sequenze genetiche analizzate da metà novembre. Nel complesso la variante conta 21 mutazioni, nove delle quali concentrate nella spike. La più preoccupante sarebbe proprio E484K, che, come la N501Y, interviene sul dominio di legame del recettore, non solo una porzione fondamentale della proteina S ma anche un sito in cui gli anticorpi neutralizzanti indotti dall’infezione o dalla vaccinazione si legano al virus per eliminarlo. Per questo mutazioni del genere preoccupano sempre rispetto all’efficacia dei vaccini. La variante “brasiliana” (P.1): La variante brasiliana detta P.1 è quella che ha mandato in tilt la rete ospedaliera di Manaus, la capitale dell’Amazzonia, e che adesso è arrivata in Italia. Ha una sigla identificativa (B.1.1.28) e modificazioni riscontrate perlopiù a livello della proteina Spike, il chiodo che il virus pianta nello spessore della parete cellulare. Cosa è mutato nella proteina Spike? I ricercatori hanno studiato le strutture della proteina Spike mutate e fatto delle elaborazioni al calcolatore per comprendere se il cambio di forma della proteina Spike prodotto da queste mutazioni potesse rendere la proteina Spike più efficace nel legare il proprio bersaglio. Ebbene, dalle simulazioni condotte al pc, la mutazione N501Y presente nella variante brasiliana del Covid-19, presente anche nella variante sudafricana 501Y.V2 e in quella inglese, conferisce una maggiore affinità alla proteina Spike per il recettore dell’angiotensina 2 (ACE-2), riducendo l’energia che il legame richiede. In altre parole, la mutazione consente al virus di “arpionare” le cellule umane con maggiore facilità e di rimanerci legato in modo più saldo e quindi di attaccarle in modo più efficace. Da qui la sua virulenza. Le contromisure adottate dallo stato italiano: Il ministero della Salute, con Circolare n.3787 del 31/01/2021, ha provveduto ad inserire le seguenti nuove disposizioni di seguito riassunte. Eseguire un test molecolare ai contatti il prima possibile dopo l’identificazione e al 14° giorno di quarantena, al fine consentire un ulteriore rintraccio di contatti, considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti; Non interrompere la quarantena al decimo giorno; Per il CASO CONFERMATO (positivo) il tampone molecolare di fine isolamento, sempre necessario, dovrà essere effettuato dal 14° giorno (non più dal decimo giorno), dopo almeno tre giorni senza sintomi; Per il CONTATTO DI CASO (contatto stretto) la quarantena NON potrà essere interrotta al decimo giorno ma dovrà essere protratta fino a 14 giorni con forte raccomandazione dell’esecuzione del tampone molecolare in quattordicesima giornata; Nel caso in cui la presenza di variante fosse confermata tra i casi positivi che frequentano un Istituto Scolastico, la fine della quarantena di tutti gli alunni e i docenti individuati come contatti sarà subordinata all’effettuazione di un tampone molecolare che potrà essere effettuato, a partire dal quattordicesimo giorno, nei punti tampone ad accesso libero; Comunicare ai contatti l’importanza, nella settimana successiva al termine della quarantena, di osservare rigorosamente le misure di distanziamento fisico, di indossare la mascherina e in caso di comparsa di sintomi isolarsi e contattare immediatamente il medico curante. Si ricorda infine che: –  All’interno delle imprese risulta importante mantenere una comunicazione continua tra i datori di lavoro, i servizi di prevenzione e protezione ed i medici competenti per gli aspetti sopra trattati nonché osservare una particolare priorità all’adozione di protocollo aziendale anti-contagio; – In caso di positività, si procede alla comunicazione sia al Medico Competente (Datore di lavoro) e sia al Medico di Medicina Generale (singolo lavoratore) al fine di favorire lo scambio di dati ed il monitoraggio della situazione; Speriamo e ci auguriamo come sempre che questo scenario cessi di esistere il prima possibile per riportarci alle nostre vite senza restrizione alcuna.

  • [Case Study] Pulizia dei macchinari in movimento

    Come ormai da diversi mesi a questa parte, questa settimana volevo raccontarti un caso studio, come ben sai ogni settimana pubblichiamo qualcosa sul nostro blog e dedichiamo sempre una settimana al mese ai casi studio, in quanto li riteniamo molto formativi. Molti dei rischi che ora vengono valutati dai nostri tecnici in modo semplice, è sì frutto della loro esperienza, ma anche dello studio approfondito di casi come questo. Infatti, i famosi “near miss” o in lingua italiana infortuni sfiorati, sono degli ottimi esempi per comprendere al meglio cosa è andato storto, sentendo in prima persona il fortunato che ha scampato il pericolo di infortunio o peggio di morte. Per te lettore, la cosa migliore sarebbe proprio quella di immedesimarti con quanto accaduto nel caso che ti sto per raccontare, così che se nella tua azienda si verificheranno casi simili saprai come comportarti. Lo diceva sempre anche la nonna prevenire è meglio che curare. Passando al fatto o meglio al racconto del misfatto, ti anticipo che ciò che ti racconterò a breve è un’azione al quale molte aziende non destano troppe attenzioni, infatti fa parte di una di quelle operazioni di pulitura che vengono solitamente fatte in modo poco scrupoloso e con metodi non sempre idonei alla salvaguardia della salute e della sicurezza. Cosa è successo? All’interno di una ditta metalmeccanica del milanese che svolge attività di rivestimento protettivo di lamiere metalliche con film plastici e vernici, per la realizzazione di lavatrici, frigoriferi ed ascensori, al termine di ogni giornata come da prassi lavorativa vengono puliti i macchinari, in particolare il miscelatore di vernici, che se lasciato sporco potrebbe alterare le tonalità di colore. Un lavoratore indossando dei guanti ed uno straccio imbevuto di solvente decide di azionare l’albero del miscelatore per una pulizia più rapida, quando accidentalmente la mano con il guanto e lo straccio rimangono incastrati nel macchinario che roteando arreca all’operatore diverse fratture scomposte all’avambraccio che verrà poi amputato in ospedale con 473 giorni di infortunio. Quali sono le motivazioni per il quale è avvenuto l’infortunio? Dopo una chiacchierata con il preposto che avrebbe dovuto vigilare le operazioni di pulizia è emerso che tale lavorazione veniva svolta quotidianamente, quindi come già ti avevo anticipato prima, le operazioni di pulizia svolte a fine giornata vengono eseguite senza lucidità in quanto si è stanchi e si ha fretta di rincasare il prima possibile tralasciando la sicurezza nelle operazioni che si stanno svolgendo. L’operatore di positivo, ironicamente parlando, si era preoccupato di mettere i guanti per proteggere le mani dal solvente. Guanti che si sono rivelati fatali perché insieme al canovaccio si sono impigliati nel macchinario acceso che ruotando ha inevitabilmente rotto il braccio al lavoratore. Penso sia abbastanza logico e banale comprendere che tale operazione non si sarebbe dovuta compiere con il macchinario in movimento, il che sta a sottolineare che all’interno dell’azienda in questione non è stata eseguita una corretta valutazione dei rischi. Come aggravante appunto vi è il macchinario non a norma di legge, solitamente a protezione del dipendente vi sono dei dispositivi di sicurezza che impediscono l’inserimento degli arti quanto il miscelatore è in movimento, sicura che è stata eliminata appunto perché avrebbe rallentato le operazioni di pulitura. Quali sono le operazioni di prevenzione? Dopo aver esaminato questo caso nel dettaglio stando attenti a non tralasciare il benché minimo dettaglio, le azioni di prevenzione che consiglio io in qualità di tecnico RSPP di TQSA sono diverse, innanzitutto inizierei con un’accurata valutazione dei rischi reali di ciò che avviene nel quotidiano in azienda. Una volta valutati i rischi, provvederei con l’elaborazione di specifiche procedure per la pulizia ed il mantenimento dei macchinari con un occhio particolare sui miscelatori di vernici. Dopo di che visto e considerato l’atteggiamento dei dipendenti investirei nella formazione dedicata ai lavoratori ed ai preposti con corsi dedicati. Ultimo ma non per importanza, provvederei con la predisposizione di dispositivi di sicurezza sui macchinari andando a ripristinare i macchinari, oppure se vecchi ed impossibili da mettere a norma, valuterei l’acquisto di macchinari nuovi che rispettano i Requisiti Essenziali di Sicurezza (R.E.S.) della Direttiva Macchine; in particolare installazione di un sistema di protezione che impedisca il contatto con parti in movimento. Come avrai capito, le azioni più semplici, quelle che non ci impegnano a livello mentale, come la pulizia, sono le più pericolose, l’errore è dietro l’angolo e la stanchezza sommata alla poca lucidità di certo non aiutano. È per questo motivo che con il passare degli anni la tecnologia ci sta aiutando a prevenire tutti quegli infortuni che avvengono per sottovalutazione dei rischi, prevedendo dei requisiti essenziali di sicurezza che non vanno assolutamente manomessi. Prevedere delle procedure sistematiche che tengano conto della sicurezza è buona cosa, così che eseguendo giornalmente tutte le attività nella maniera corretta diventi un’azione quasi automatica ma pur sempre nella più totale sicurezza. Questi sono i miei consigli, se anche tu esegui operazioni di pulizia con macchinari in movimento ora hai tutte le informazioni per correggere il tiro prima che qualcuno dei tuoi dipendenti si faccia del male. Come sempre spero di esserti stato d’aiuto, alla prossima settimana.

  • ISO 14001: Sistema di Gestione Ambientale

    La normativa ISO 14001 del 2015 norma il sistema di gestione ambientale, e ci tengo a dirtelo subito, questa è una norma volontaria, il che significa che è l’azienda in prima persona che decide se adottare o meno tale sistema. È molto importante considerare che la ISO 14001:2015 ha come prerequisito proprio quello di soddisfare già quanto previsto dal testo unico ambientale con il D. lgs 152 del 2006, uno degli scopi di questo sistema è proprio quello di ridurre gli impatti ambientali che vengono causati dall’azienda, esiste una relazione direttamente proporzionale per il quale, alla riduzione degli impatti ambientali, diminuiscono corrispettivamente anche i costi energetici. Molti dei nostri clienti mediante l’ottenimento della ISO 14001 hanno ridotto in modo significativo anche i propri consumi di acqua ed energia elettrica. In un periodo molto complesso come quello che abbiamo affrontato nel 2020, ed una buona parte del 2021, è bene che le aziende per tornare ad emergere riescano ad ottenere dei vantaggi nei confronti dei propri competitor grazie ad elementi differenzianti, infatti, uno dei guru del marketing moderno come Philip Kotler ha affermato durante un suo intervento, al Sole 24 Ore datato 19 giugno 2020, che oltre a dover tornare a produrre internamente tutto ciò che uno stato necessita, le aziende più lungimiranti saranno quelle che hanno investito, e stanno investendo sull’etica e la salvaguardia dell’ambiente. Quali altri vantaggi si hanno nell’adottare un Sistema di Gestione conforme alla ISO 14001:2015? Esistono diversi vantaggi, tra i più importanti ti voglio citare quelli derivati da uno studio dell’università di Padova, tale studio è stato svolto su circa 13500 siti aziendali che adottano un sistema di gestione ambientale ISO 14001, ed è emerso che: Riduzione media del 14,4% dei costi delle materie prime; Riduzione media del 24,1% dei consumi di acqua; Riduzione media del 32% dei consumi energetici; Riduzione media del 34,7% sui costi di produzione dei rifiuti; Riduzione media del 20,1% sulle sanzioni; Aumento medio del fatturato del 16,6% Di fondamentale importanza per ottenere questi dati è la progettazione del sistema, infatti, richiede un’elaborazione perfetta senza sorvolare sui dettagli o lasciare qualcosa al caso. Ovviamente il tutto ha un costo, infatti per l’ottenimento della ISO sono previste delle visite periodiche da parte degli enti certificatori, che, insieme al personale dedicato metteranno a punto il sistema, Inoltre vi sarà della formazione aggiuntiva se prevista per dipendenti e dirigenti. Tutti costi che per un’azienda che vuole avere un’ottica sul futuro del nostro paese sono necessari, un investimento che ti porterà ad ottenere i dati emersi dallo studio universitario che abbiamo citato in precedenza. Il nostro suggerimento alle aziende che desiderano veramente adottare questa metodologia di gestione è, di raggiungere l’eccellenza sfruttando a pieno il sistema per fare in modo che diventi centro di profitto. Sì, ma come? E’ molto semplice, bisogna sfruttare a pieno gli strumenti che ti mette a disposizione il sistema di gestione stesso, come per esempio puntando sull’abbattimento degli impatti ambientali, migliorando continuamente quella che è la cultura aziendale, la sensibilità verso il tema ambientale, di gestione dei rifiuti e di conseguenza modificando così i comportamenti delle persone. E’ un percorso di medio-lungo termine ma che se eseguito correttamente può portare ad enormi risultati come hai potuto constatare tu stesso.

  • [Case Study] Spostamento carico pesante in azienda

    Caro lettore, oggi mi piacerebbe presentarti un caso studio, è da ormai diverse settimane che ti racconto cosa avviene nelle aziende Italiane, e come sempre il mio tentativo è quello di farti aprire gli occhi riguardo particolari avvenimenti, in modo che tu possa fare tesoro delle nostre esperienze per poter rivedere alcune delle tue procedure. Ma veniamo al dunque. Noi tutti siamo stati almeno una volta all’interno di una realtà che utilizza il transpallet, basti pensare quando al supermercato vi sono i vari addetti di reparto che spostano i bancali colmi di varie vivande, esso infatti viene adoperato per lo spostamento dei carichi pesanti riposti sopra i pallet per favorirne lo spostamento da un luogo ad un altro. Qualche anno fa, in un’azienda che si occupa di trattamento delle giranti per la produzione di energia elettrica, un giovane lavoratore che era stato assunto da poche settimane purtroppo è incappato in un piccolo incidente che però poteva prendere delle pieghe ben peggiori. Ma lascia che ti spieghi come è andata la vicenda, il giovane per spostare il “palo” metallico porta girante che ha solitamente un peso di più o meno 400 kg ha deciso di utilizzare un transpallet a mano ed un piccolo bancale. Dovendo spostare il piccolo bancale e l’oggetto in questione di pochi metri l’operatore decide di prendersi la responsabilità di non mettere in sicurezza il “palo” con una cinghia idonea al fissaggio, pensando bastasse tenere una mano a sicurezza delle scosse che il pezzo avrebbe ricevuto dalle asperità della pavimentazione del capannone. Malauguratamente il pezzo essendo di forma cilindrica inizia a roteare causa vibrazioni e l’operatore incosciente del peso decide di mettere la mano (che teneva a sostegno del pezzo) sotto lo stesso perdendo la prima falange del secondo dito e grave schiacciamento del terzo dito della mano sinistra. A seguito di una visita presso la struttura ospedaliera più vicina il ragazzo rimedia 147 giorni di infortunio, postumi permanenti e 6 punti di invalidità INAIL. Ma analizzando bene la situazione… Perché è avvenuto l’infortunio? Uno dei primi errori che si possono notare è una decisone errata dello strumento con cui spostare il carico, un oggetto di quel peso andrebbe ancorato in modo sicuro e successivamente movimentato con un carroponte, se non si possiede un carroponte, il transpallet può essere un compromesso ma facendo in modo che l’oggetto sia ben ancorato al pallet con delle cinghie correttamente apposte che non permettano al carico nessun tipo di movimento. Il secondo errore, ossia quello più fatale che è costato un danno permanente al giovane lavoratore è stata l’errata valutazione del peso del carico, probabilmente dovuto alla sua poca esperienza il ragazzo istintivamente si è gettato nel disperato tentativo di salvare il pezzo che però visto il suo enorme peso ha finito con lo schiacciargli le dita. Ultimo appunto che è bene fare riguarda le procedure. La movimentazione di carichi a forma irregolare come quelli trasportati dal lavoratore in questione, richiedono delle procedure specifiche per diminuire al minimo il rischio di incidente, andando a valutare tutti quei movimenti che lo stesso potrebbe compiere durante lo spostamento. A fronte di quanto descritto, che azioni si possono intraprendere in merito alla prevenzione? Predisposizione di una buona Valutazione del Rischi sulla movimentazione dei carichi e adozione di una specifica “procedura di lavoro sicuro” per la movimentazione e lo stoccaggio in sicurezza dei carichi pesanti, specie di quelli di forma irregolare che possono spostarsi e rotolare durante la movimentazione; Indicazione di opportune misure di prevenzione e protezione e indicazioni certe sulla scelta e sul corretto uso delle attrezzature di lavoro adeguate; Dotazione di specifiche “selle” di appoggio sicuro, di conformazione adeguata alle forme e dimensioni delle attrezzature da movimentare e stoccare in sicurezza; Formazione ed addestramento del personale sui contenuti della procedura di lavoro sicuro stabilita e vigilanza con i preposti sul suo effettivo rispetto. Come potrai immaginare, ogni giorno accadono misfatti come questo dovuti alla mancanza di attenzione e sottovalutazione dei pericoli al quale si può andare in contro, è bene che tutti facciano prevenzione per far si che nessuno metta in gioco quotidianamente la propria salute sul posto di lavoro. Al prossimo caso studio!

bottom of page